Le nuove norme sui libretti di impianto, vale a dire per il controllo di efficienza energetica degli apparecchi per il riscaldamento e il condizionamento degli ambienti, sono realtà ormai da qualche anno e creano non pochi grattacapi ai consumatori, che hanno più volte denunciato le problematiche esistenti, attraverso le associazioni di categoria, soprattutto, ma senza aver ottenuto ascolto. Parliamo, naturalmente, di caldaie e condizionatori, così come di tutti gli altri sistemi funzionali a produrre energia, per esempio quelli solari, o che fanno risparmiare, come le pompe di calore. Prima di vedere come funziona il libretto di impianto, chi lo deve compilare, quando e così via, non si possono non fare delle considerazioni sui rischi per i consumatori dovuti a regole poco chiare e che possono lasciare spazio ad abusi e quindi ad aumentare i costi di gestione della casa di milioni di italiani, come denunciato da tante associazioni di categoria.
La casa costa sempre di più
La normativa appena entrata in vigore presenta numerose novità ma anche nell'insieme un esborso maggiore per i cittadini che qualcuno quantifica intorno ai 200 euro a famiglia. Non poco oggettivamente. Tutto questo in nome del rispetto per l'ambiente e della sicurezza, ci mancherebbe altro, ma certo l'esborso si aggiunge a tante altre spese, quando parliamo di casa, di cui in definitiva non se ne sente il bisogno.
Comunque la si voglia mettere, per proprietari e inquilini sarà obbligatorio dotarsi del proprio "Rapporto di efficienza energetica", in sostanza del certificato di corretto funzionamento dell'impianto.
La normativa
In effetti va precisato che non parliamo di un qualcosa che va a sostituire la precedente normativa, ma che la affianca. Spieghiamo meglio.
Il nuovo libretto di impianto, costituito di 37 pagine, può essere scaricato direttamente dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico e come abbiamo detto non si sostituisce al precedente ma lo affianca. Quindi in ogni abitazione dovranno essere presenti due certificati, uno relativo all'efficienza energetica, vale a dire le prestazioni del sistema in oggetto, l'altro invece dovrà riportare l'elenco dei controlli, che naturalmente devono essere periodici, riguardo la sicurezza, la salubrità e l'igiene degli impianti stessi.
Le sanzioni previste
Va da se che, come abbiamo detto in precedenza, la cosa non può che comportare un esborso maggiore, quantificato per una famiglia media, in presenza di una caldaia che alimenta 4 o 5 termosifoni, in una cifra intorno ai 200 euro. Tra l'altro, nel caso in cui le regole non vengano rispettate, sono previste sanzioni che vanno da 500 a 3.000 euro, ma che diventano 6.000 per l'installatore, che quindi deve tenere traccia degli impianti installati e provvedere ai controlli periodici sotto la sua stessa responsabilità.
Periodicità dei controlli
Naturalmente, essendo il nostro paese l'Italia, non poteva mancare la confusione "di serie", ci viene da dire. Non è quindi molto chiaro il periodo che deve intercorrere tra un controllo e l'altro. Quello che si sa è che dovranno essere le regioni a fissare la periodicità dei controlli. In genere si tratta di 2 anni nel caso di impianti termici tra i 10 e i 100 kW di potenza, 4 anni nel caso di potenza superiore.
Per quanto riguarda invece la sicurezza e la salubrità il periodo classico è di 1 anno, ma in questo caso lo deve stabilire il tecnico addetto alla manutenzione.
Come funziona il libretto di impianto
Bene, dopo aver fatto le giuste considerazioni, a nostro parere, sul rischio esborso per gli italiani, vediamo cos'è e come funziona il nuovo libretto di impianto, sempre però tenendo presente che le singole regioni possono apportare modifiche alle regole e quindi che ci possono essere differenze anche molto marcate a seconda dell'area in cui si vive. Cominciamo dal capire in quali casi va compilato.
Per qualunque impianto termico
Parliamo di impianto termico in presenza di un sistema tecnologico funzionale alla regolazione termica degli ambienti, sia durante la stagione estiva che invernale. Non c'è nessun obbligo, a differenza di quanto pensa qualcuno, di produrre acqua calda per uso sanitario per parlare di impianto termico, così come non ci sono differenze a seconda del combustibile utilizzato. È bene inoltre precisare che sono compresi anche i sistemi per il riscaldamento degli ambienti. Vengono esclusi invece i sistemi funzionali esclusivamente alla produzione di acqua calda in locali residenziali, quindi singole unità immobiliari. Sono previsti molti incentivi e detrazioni fiscali per chi procede alla realizzazione di un impianto termico e per questo vi rimandiamo ai nostri articoli sia sul conto termico 2.0 che sugli ecobonus 2023, vale a dire le detrazioni Irpef per chi effettua lavori per il miglioramento dell'efficienza energetica di immobili ed edifici. Ricordiamo anche il superbonus 90%, che permette di realizzare lavori di efficientamento energetico, ma anche di sicurezza antismica, di immobili o edifici che siano, con un rimborso importante della spesa, ma ci sono dei requisiti piuttosto stringenti, di cui parliamo nell'articolo appena linkato.
Quando va compilato il libretto di impianto
Il libretto va compilato nel momento in cui si installa un nuovo impianto termico oppure, nel caso in cui lo stesso sia già esistente, al momento del primo controllo, vale a dire del primo intervento di manutenzione, che naturalmente va effettuato da tecnici abilitati. Ricordiamoci che, quando parliamo di questo genere di interventi, non esistono solo gli obblighi di legge, ma anche un'importante questione di sicurezza, quindi è bene sempre rivolgersi a personale qualificato e abilitato.
Chi lo deve compilare
Per ogni libretto di impianto deve esistere un responsabile, a cui spetta la compilazione e l'assunzione di responsabilità. Vediamo brevemente la lista dei soggetti che possono essere considerati i responsabili a seconda dei casi specifici.
- Proprietario dell'abitazione
- Amministratore del condominio
- Terzo responsabile (con delega del proprietario o dell'amministratore)
- Inquilini o comodatari
Cosa bisogna fare
Innanzitutto scaricate il modello del libretto di impianto e stampatelo. La prima cosa da fare è quella di inserire i dati tecnici, passaggio piuttosto importante e delicato, quindi fate attenzione ad inserire i dati esatti e se avete qualche dubbio chiamate l'azienda che ve l'ha installato e chiedete delucidazioni. Riempite i campi con i dati del responsabile e quindi consegnate il libretto a chi vi ha fatto l'installazione, oppure al tecnico della manutenzione, i quali provvederanno alla compilazione delle parti a loro spettanti. Ovviamente non è necessario compilare tutte le schede, ma solo quelle relative alla tipologia del sistema. Al termine di queste operazioni l'azienda che vi sta eseguendo il lavoro, che sia l'installazione o la manutenzione non cambia niente, invierà tutti i dati al Catasto Impianti Termici (C.I.T), il quale consegnerà a questo punto un codice catastale che va inserito sul libretto. A questo punto l'unica cosa che dovrete fare è quella di conservare tutta la documentazione nel caso in cui vengano richiesti controlli e verifiche oppure per i successivi interventi di manutenzione. Ricordatevi che la legge stabilisce l'obbligo per il responsabile dell'impianto di affidare i lavori di manutenzione solo a imprese abilitate.
Il rischio per i consumatori
La solita tendenza delle nostre istituzioni a delegare ad altri, invece di stabilire regole comuni, ha portato numerose associazioni dei consumatori ad esprimere forti critiche al riguardo e con buone ragioni per farlo.
Il fatto di lasciar decidere alle regioni la periodicità dei controlli non potrà che portare ad una disparità di trattamento, e quindi di spesa, tra cittadini di una regione rispetto ad un'altra. Ma dove si concentrano maggiormente le critiche, a giusta ragione a parere di chi scrive, è riguardo ai controlli relativi alla sicurezza e alla salubrità degli impianti.
Gli abusi sono dietro l'angolo
In questo caso, infatti, saranno i tecnici della manutenzione, in genere le aziende che hanno effettuato installazione, a decidere la periodicità. Saranno pochi quelli che decideranno di marciarci? E quindi di stabilire una periodicità molto breve, magari superiore alle reali necessità, in modo da incrementare gli utili, vale a dire la spesa dei loro clienti? Che per inciso in buona parte è a carico dell'inquilino che deve occuparsi delle spese così dette ordinarie, mentre quelle straordinarie, come ad esempio la sostituzione di un componente, sono a carico del proprietario.
In mancanza di regole precise e uguali per tutti ci sembrano osservazioni oggettive e condivisibili.