Ci sono variazioni
Questo articolo è stato scritto, in effetti, qualche mese fa, ma adesso le cose cominciano a cambiare, rispetto a quelle che erano le previsioni dello scorso anno. Vediamo di sintetizzare il discorso e di apportare le necessarie modifiche alle considerazioni fatte precedentemente.
L'euro in pericolo
Leggerete più avanti quelle che erano le previsioni degli analisti riguardo la tendenza dell'euro a guadagnare terreno rispetto al franco svizzero, ma adesso le cose potrebbero cambiare. Il vento che spira in Europa è quello di una sempre crescente diffidenza nei confronti della moneto unica. La minaccia che arriva dalla Francia, per quanto poco credibile, di un referendum per l'uscita dall'euro, ha cominciato a creare un po' di panico sui mercati. Intendiamoci, si tratta di piccoli segnali, ma significativi. Le previsioni che davano il rapporto franco/euro tendenzialmente stabile nel lungo periodo potrebbero essere quindi smentite da un indebolimento della moneta continentale rispetto a quella elvetica. Bene, ripartiamo dal discorso avviato qualche mese fa.
Le valutazioni precedenti
Dopo un lungo periodo di solidità a dir poco inamovibile il franco svizzero comincia a mostrare i primi cedimenti, determinati soprattutto, almeno secondo una parte degli analisti, a numerose decisioni che il Governo elvetico ha dovuto prendere, o che comunque, in altri casi, dovrà prendere in futuro, soprattutto riguardo il segreto bancario che da sempre tutela chi deposita i propri averi in una banca del paese di Guglielmo Tell! Insomma, la cassaforte elvetica non sembra più tanto solida ed impenetrabile e questo genera delle perplessità in più di qualcuno. Nell'articolo linkato precedentemente parliamo proprio delle novità che riguardano la fine del segreto bancario in Svizzera, almeno per come lo abbiamo sempre conosciuto.
La cosa è ovvia
In effetti, se ci pensiamo bene, la cosa ha una logica. La Svizzera fa da sempre del segreto bancario la sua arma principale per attrarre depositi e affari e chiaramente un'indebolimento di questo strumento non può che causare delle perplessità. Se quest'ultime sono legittime o meno lo dirà il tempo.
Le autorità apprezzano
E' ovvio che il succedersi degli eventi abbia tolto un po' di appeal a ciò che da tempo viene visto come un'ancora di salvataggio a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà dei mercati finanziari, vale a dire il franco svizzero, e questo ha causato un cedimento, leggero, ma c'è. Insomma, dopo un periodo di sopravvalutazione che potremmo definire granitica il rapporto di cambio dell'Euro rispetto al Franco si è mosso dalla soglia fatidica dell'1,20, con sollievo tra l'altro delle autorità elvetiche, preoccupate dal calo di competitività delle esportazioni del loro paese, proprio a causa di una forza eccessiva della moneta nazionale.
Le ragioni degli investitori
E siccome il discorso sembra strutturale, insomma la strada percorsa sembra essere a senso unico, ecco che scatta un boom di obbligazioni in valuta elvetica. Le previsioni, che vedono una diminuzione del valore rispetto alla moneta unica, danno infatti la possibilità a chi emette bond nella moneta del paese della cioccolata, di rifinanziarsi a costi inferiori.
La strada è segnata
Ovviamente sono soprattutto gli istituti di credito, da sempre particolarmente sensibili alle quotazioni degli scambi valutari, a fare da apripista, ma non solo, come vedremo, perchè il discorso ha ormai preso piede e sembra non voler cedere.
Bene, dopo questa lunga e doverosa premessa, diamo un'occhiata al discorso.
I player più importanti
Tra gli istituti di credito che hanno per primi cavalcato la moda delle obbligazioni in franchi svizzeri troviamo Nycredit, Rabobank, Den Danse Bank e Nordea Bank e istituti austriaci, ma anche svizzeri, che li sta portando ad investire in euro con una progressiva dismissione almeno di una parte dei loro depositi in franchi. Ragione per cui, dal punto di vista del piccolo risparmiatore, è preferibile fare attenzione al discorso e non farsi prendere dalla fretta.
Le previsioni
Le previsioni parlano di un ulteriore deprezzamento del franco svizzero rispetto all'euro. Per le autorità elvetiche questo rappresenta un vantaggio e prima o poi un piano di vendita massiccia di valuta nazionale verrà messo in atto. Stessa sorte anche per colossi del settore assicurativo, creditizio, energetico e industriale, come Adecco, Lonza Finance, Baloise Holding, Gaz de France e Clariant. E parliamo solo dei gruppi tra i più noti, perchè la lista è lunga e cresce sempre di più.
Le obbligazioni in franchi svizzeri più interessanti
Bene, dopo aver dato un'occhiata alla situazione generale, in modo da capire come muoverci al meglio, vediamo quali sono le obbligazioni Chf più interessanti sul mercato, o almeno alcune di esse. Cominciamo da bond in franchi svizzeri italiani.
Gli italiani
Tra i gruppi nazionali che per primi hanno cominciato, in modo deciso, ad emettere obbligazioni in franchi svizzeri, troviamo soprattutto Enel e Unicredit. Per vostra comodità riassumiamo le caratteristiche delle emissioni di bond Chf dei due colossi del nostro paese.
Enel
Emittente | Enel Finance |
Isin | CH0195757254 |
Valore | 350 milioni |
Valuta | Franchi svizzeri |
Scadenza | 17\12\2018 |
Tasso fisso annuale | 2,75% |
Taglio minimo | 5.000 |
Rating Standard & Poor's | BBB+ |
Unicredit
Emittente | Unicredit Bank Ireland |
Isin | CH0195512519 |
Valore | 150 milioni |
Valuta | Franchi svizzeri |
Scadenza | 19\10\2022 |
Tasso fisso annuale | 4,25% |
Taglio minimo | 5.000 |
Rating Standard & Poor's | BBB+ |
Come vediamo entrambe le obbligazioni condividono il taglio minimo, che al tasso attuale di cambio vale circa 4.100 euro, e anche il rating di Standard & Poor's, ma presentano notevoli differenze nella durata e nel rendimento. Il bond Unicredit offre un tasso di interesse notevolmente superiore, a fronte però di una maggiore durata.
Air Berlin 5,625% 2019 (ISIN XS1051723895)
La compagnia aerea low cost tedesca di problemi ne ha veramente tanti, al pari di Alitalia. L'unica ragione per cui è ancora in piedi è che l'azionista di maggioranza, il solito Ethiad, ci mette i soldi, altrimenti a quest'ora addio al low cost tedesco. Va da sé che investire in un bond di un'azienda così in difficoltà rappresenti un rischio non da poco ed infatti il rendimento promesso è a dir poco allettante. In effetti la resa dei bond in franchi svizzeri di Air Berlin è inversamente proporzionale al rosso dei suoi conti, ma soprattutto al vero e proprio crollo delle sue azioni quotate alla borsa di Francoforte. Per capire la situazione della compagnia aerea tedesca, il valore delle sue azioni è passato da 20 euro a 60 centesimi!
Partendo da questi dati si capisce perchè il bond Air Berlin 5,625% 2019 in franchi svizzera paga un bellissimo 5,625% e offre un rendimento a scadenza del 21,4%, il tutto per tagli minimi negoziabili di 5.000 Chf. Per chi ama il rischio quì c'è pane per i suoi denti.
Gazprom 2,75% 2021 (ISIN CH0346828400)
Anche il colosso energetico russo emette obbligazioni Chf, in questo caso collocato dalla controllata Gaz Capital S.A. L'emissione vale 500 milioni di franchi svizzeri e paga una cedola a tasso fisso del 2,75% annuo. L'obbligazione in oggetto, senior unsecured e quotata alla borsa di Zurigo, è negoziabile per importi minimi di 5.000 franchi, che corrispondono a circa 4.600 euro. Il rimborso avverrà in un'unica soluzione il 30 novembre 2021. Per quanto riguarda i rating: BB+ per Standard & Poor's, Ba1 per Moody,s, BBB- per Fitch. Va detto che Gazprom si trova sotto la lente di ingrandimento dell'Unione Europea per abuso di posizione dominante sul mercato del gas europeo e questo potrebbe portare ad una pesante multa, che tra l'altro si aggiungerebbe all'aumento dei costi operativi che l'azienda sta attraversando. Non a caso l'utile netto di Gazprom è in costante calo, anche se i tanti progetti in corso, almeno nel lungo termine, dovrebbero risollevare le sorti dell'azienda russa.
Vodafone Group 0,50% 2031 (ISIN CH0337829268)
In questo caso parliamo di un'obbligazione in franchi svizzera con una durata di 15 anni e scadenza il 19 settembre 2031. Anche in questo caso l'importo minimo negoziabile è di 5.000 Chf. Il bond rende lo 0,50% annuale e il rimborso è in un'unica soluzione. Per quanto riguarda il rating abbiamo BBB+ per Fitch e Standard & Poor's, mentre Moody's lo valuta Baa1.
Che fare
Bene, come abbiamo visto le cose non stanno andando come prevedevano gli analisti, parliamo del cambio euro/franco svizzero. Cosa fare adesso è veramente un enigma. La cronaca quotidiana ci regala continuamente variazioni sul tema: le minacce francesi, gli screzi tra la Comunità Europea e l'Italia, la crisi greca che sembra riaprirsi, la situazione americana con Trump e così via. L'unica soluzione valida è quella di stare un po' alla finestra e di cercare di capire come evolveranno le cose. A parere del sottoscritto non ci sono alternative.