Cosa sono i Pir, i piani individuali di risparmio

Con l'obiettivo di finanziare le nostre PMI, le imprese a piccola e media capitalizzazione, il Legislatore ha creato, alcuni anni fa, un nuovo strumento di investimento a medio e lungo termine, successivamente rivisto con la Manovra di Bilancio 2019 e nel 2020 con i cosiddetti Pir di terza generazione. Riservati alle persone fisiche, i Pir, acronimo di Piani Individuali di Risparmio, danno diritto ad un trattamento fiscale agevolato, stante il rispetto di una serie di requisiti che vedremo a breve, soprattutto riguardo alla durata dell'investimento e alla composizione del portafoglio.

Come funzionano i Pir

L'obiettivo principale dei Pir è quello di creare un collegamento diretto tra il risparmio privato, abbondante in Italia, e gli investimenti delle imprese. Nella sostanza, si cerca con questo strumento di investimento di finanziare l'attività delle piccole e medie imprese con i soldi degli italiani, promettendo in cambio importanti agevolazioni fiscali.

Chi può costituire un Piano

Esiste innanzitutto un requisito essenziale per poter accedere ad un investimento di questo tipo. I Pir non possono essere sottoscritti da aziende o persone giuridiche, ma solo da persone fisiche residenti del territorio dello Stato in possesso dei seguenti requisiti:

  • Numero di Piani
  • Non è possibile sottoscrivere più di un Pir allo stesso tempo.

  • Condivisione
  • Un Piano Individuale di Risparmio, come fa intendere la stessa denominazione, non può essere condiviso con altre persone fisiche.

  • Età
  • Non ci sono dei limiti alla sottoscrizione di un Pir, che può essere effettuata anche da un minorenne.

Costituzione di un Pir

Un aspetto interessante dei Piani Individuali di Risparmio è costituito dalla possibilità di investire il capitale in diversi strumenti finanziari e con varie metodologie di investimento. Vediamo l'elenco delle possibilità offerte da questo interessante strumento di investimento (spiegheremo in seguito cosa significa Pir conforme).

  • Contratto di assicurazione sulla vita o di capitalizzazione Pir conforme.
  • Gestione di portafogli, con conto corrente di appoggio, esercitando l'opzione per l'applicazione del regime del risparmio amministrato
  • Amministrazione dei titoli
  • Sottoscrizione di quote o azioni di un OICR Pir conforme
  • Rapporto di custodia

Dove si sottoscrive un Pir

Per aprire un Piano Individuale di Risparmio è necessario affidarsi ad uno dei seguenti soggetti abilitati:

  • Intermediari abilitati all'apertura di un Pir
  • Imprese di assicurazione residenti in Italia
  • Imprese di assicurazione non residenti in Italia, ma che oparano sul territorio dello Stato tramite una stabile organizzazione o in regime di libera prestazione di servizi

Conformità Pir

Vediamo quali sono i requisiti che portano un investimento ad essere considerato Pir conforme.

  • Capitale investito
  • Un investimento Pir conforme non può superare i 30.000 euro annui ed i 150.000 complessivi.

  • Limiti individuali dell'emittente
  • Relativamente al singolo emittente, gli strumenti finanziari ed il capitale investito non devono superare il 10% del totale dell'investimento. È necessario, quindi, diversificare.

  • Composizione del Pir
  • Almeno il 70% del Piano deve essere costituito da strumenti qualificati, vale a dire emessi da imprese italiane oppure europee ma che siano caratterizzate da una stabile organizzazione sul territorio nazionale. Il 3,5% va investito in obbligazioni e azioni di PMI ammesse alle negoziazione su AIM Italia. Ancora: una quota minima del Pir, il 17,50%, deve riguardare Mid Cap e/o Small Cap e comunque un minimo, il 3,50% va investito comunque in Small Cap.

  • Tempi di detenzione
  • Un Pir deve essere costituito da strumenti finanziari detenuti per un periodo di tempo che non può essere inferiore ai cinque anni. Da un Pir, precisiamolo, si può uscire in qualunque momento, non è una prigione, ma se lo si fa prima di 5 anni si perde l'agevolazione fiscale, vale a dire l'azzeramento della tassazione sul capital gain, il guadagno generato dall'investimento. In questo caso va pagata la normale aliquota dell 26% sulle plusvalenze prevista dalle normative fiscali.

  • Emittenti esclusi
  • Gli strumenti finanziari emessi da soggetti residenti in Paesi non collaborativi non sono abilitati alla costituzione di un Pir.

  • Redditi
  • I redditi degli strumenti finanziari inclusi nel Pir non concorrono alla formazione del reddito complessivo imponibile.

  • Partecipazioni sociali
  • Possono far parte del Pir solo le partecipazioni sociali non considerate qualificate.

Pir non conformi

Gli strumenti finanziari emessi da soggetti che risiedono in Stati non presenti nella cosiddetta white-list, la lista degli Stati che collaborano al sistema comune di comunicazione finanziaria, non possono concorrere al Piano Individuale di Risparmio, così come gli strumenti finanziari i cui redditi concorrono alla formazione del reddito complessivo imponibile. Inoltre, non possono essere considerate Pir conforme le partecipazioni sociali considerate qualificate dalla normativa in vigore.

Pir - Esenzione fiscale

Sia la tassazione sui capitali che la tassa sulla successione non riguardano i redditi derivanti da strumenti inclusi nel Piano sottoscritto.

Tassazione e imposta di successione

Abbiamo detto che il motivo di maggior attrazione dei Piani individuali di risparmio è l'esenzione totale dalla tassazione sul capital gain, cioè sulla rendita finanziaria, a condizione che si mantenga l'investimento per almeno 5 anni, un periodo che, soprattutto dal punto di vista del piccolo risparmiatore, possiamo definire di lunga durata. Quindi, su cedole, dividendi e guadagni in conto capitale, su un massimo investimento di 150.000 euro in un quinquennio, non si pagano tasse. Un bel vantaggio, non c'è che dire, anche se invitiamo il lettore a controllare i costi di gestione applicati dall'intermediario finanziario per evitare che le spese da sostenere vadano ad inficiare il vantaggio della detassazione. A questo si deve aggiungere anche l'esenzione dall'imposta di successione, quindi un doppio vantaggio. Va anche ricordato che in caso di perdite i Pir usufruiscono delle regole, applicate al risparmio gestito, per la compensazione fiscale delle minusvalenze.

Lo sconto Irpef

Tra i vari titoli disponibili che possono essere inseriti in un Piano individuale di risparmio ci sono anche quelli delle aziende che hanno ottenuto il cosiddetto patentino di Pmi innovative. Ora, in una precedente Legge di stabilità è stato stabilito che chi investe in questo tipo di società può usufruire di uno sconto del 30% sull'Irpef, che naturalmente si può cumulare con l'esenzione della tassazione sulla rendita finanziaria. Interessante. Cliccando sul link precedente potete trovare informazioni dettagliate su che cos'è l'Imposta sul reddito delle persone fisiche, come si calcola la base imponibile e quali sono gli oneri deducibili che possono essere detratti per ottenere lo scaglione su cui poi si andrà a pagare l'Irpef. Bene, adesso vediamo a chi conviene sottoscrivere questo prodotto da investimento.

Convenienza e rischi dei Pir

Il fatto che i Piani individuali di risparmio siano esenti dalla tassazione sul capital gain potrebbe portare gli intermediari finanziari a proporre questi strumenti di investimento come particolarmente adatti a tutti i risparmiatori. In effetti le cose non stanno propriamente così. Vediamo perchè.

Rischio capitale

I Pir sono pensati per finanziare le società italiane a piccola e media capitalizzazione, cosa molto positiva, certo, ma che espone l'investitore ad una notevola volatilità che comporta un rischio di perdita di capitale anche superiore alle blue chip, secondo molti esperti del settore. Insomma, i Piani individuali di risparmio possono essere un ottimo investimento, ma in un'ottica di diversificazione del portafoglio, con una quota stabilita, da vari analisti, non superiore al 10% del totale. Va da sé che i Pir sono adatti a portafogli di una certa entità, dove l'intermediario finanziario, il gestore del patrimonio, riveste un ruolo fondamentale, in quanto una approfondita conoscenza dell'andamento delle cose è necessaria. Il risparmiatore "fai da te", soprattutto se non molto esperto, può correre dei rischi eccessivi ed andare incontro, come abbiamo detto, ad un'importante perdita di capitale. Quando si parla di Pir, questo va capito, la parola d'ordine è diversificazione.

Perdita di liquidità

Non sono pochi, va detto, coloro che non vedono nei Piani individuali di risparmio uno strumento di investimento particolarmente valido. A parte l'alto rischio di perdita del capitale, molti mettono l'accento sul fatto che la regola che lega l'esenzione dalla tassazione al mantenimento per almeno 5 anni dell'investimento, non può che portare ad una perdita di liquidità del capitale, tra l'altro per un periodo medio lungo e in presenza di una certa volatilità insita nei Pir ed anche con un rischio importante relativamente all'integrità del patrimonio impegnato. Insomma, i Piani individuali di risparmio sono sicuramente uno strumento finanziario importante e, del resto, già presente in altri paesi, ma i rischi ci sono eccome.

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