I principali adempimenti fiscali e contabili

Spesso quando si decide di aprire una nuova attività, può essere una società come una semplice partita iva, ci si chiede subito quali saranno i principali oneri fiscali da sostenere, vista l'entità delle tasse che in Italia si è tenuti a pagare fin dall'inizio dell'attività, oltre naturalmente all'aspetto burocratico. Va detto infatti che in altri paesi, dove il fisco agisce in modo più intelligente e costruttivo, per chi avvia una nuova società, una ditta individuale o per chi apre una partita Iva, le cose sono molto più semplificate e prevedono un periodo di esenzione dai principali edempimenti fiscali.
Dobbiamo ricordare comunque che anche in Italia negli ultimi anni si sono fatti dei passi avanti da questo punto di vista, prima con il cosiddetto contribuente minimo e quindi con il passaggio al nuovo regime forfetario, che ha semplificato moltissimo gli oneri contabili e che permette di accedere ad un'agevolazione fiscale notevole, ancora di più per chi procede all'apertura di una startup. Se siete interessati all'argomento potete leggere gli approfondimenti proposti nei due articoli linkati.
Comunque, veniamo all'argomento di oggi. Vedremo quali sono i più importanti adempimenti fiscali e contabili, vale a dire Irpef, Iva, Irap e Ires. Naturalmente parleremo anche della documentazione necessaria alla tenuta della contabilità, sempre proponendo articoli di approfondimento per chi ha bisogno di informazioni più dettagliate. In questo modo avrete anche le idee più chiare nel momento in cui, in previsione di aprire una nuova attività, vi recherete da un commercialista. A questo proposito vi consigliamo comunque la nostra guida alla Partita Iva, dove spieghiamo anche quando pagare le tasse, come pagare meno, come si calcolano le imposte sulla base del reddito e così via. Vediamo un breve elenco degli argomenti principali che tratteremo in questo articolo:

  • Quali sono e cosa sono i principali adempimenti fiscali dei titolari di Partita Iva
  • La contabilità ordinaria, semplificata e forfettaria
  • Gli oneri fiscali e contabili del regime forfettario
  • Come si calcolano le tasse sul reddito e quando si pagano
  • Fattura e ricevuta fiscale
  • Quali sono le tasse da pagare in Italia e come funzionano
  • Chi le paga
  • Come risparmiare sulle tasse

Irpef

Bene, vediamo innanzitutto il più importante degli oneri fiscali che, come sarà chiaro andando avanti nell'articolo, dipende dalla fascia di reddito a cui si appartiene e che presenta delle scadenze ben precise per quanto riguarda i pagamenti.

Cos'è e quando si paga

L'Irpef, acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche, non è altro che la tassazione applicata sul reddito prodotto personalmente. Il fisco italiano prevede sei differenti tipologie di redditi (in pratica chi deve pagare questa tassa):

  • Lavoro autonomo
  • Lavoro dipendente
  • Impresa
  • Capitale
  • Fondiari
  • Redditi diversi

L'Irpef si paga a giugno (saldo e acconto sull'anno successivo), mentre a novembre si versa il secondo acconto. Prima di vedere quali sono gli scaglioni che determinano i pagamenti, se volete approfondire l'argomento vi rimandiamo all'articolo su che cos'è l'Irpef, dove troverete tutte le informazioni su questo importante adempimento fiscale.

Scaglioni e aliquote

L'argomento lo abbiamo approfondito nell'articolo che vi abbiamo linkato precedentemente. La Legge di Bilancio 2022 del Governo Draghi ha cambiato il sistema di aliquote e scaglioni, riducendo il numero delle aliquote a 4. Trovate, nella nostra guida all'Irpef, la tabella del nuovo sistema, che andrà applicata nella dichiarazione dei redditi.

Come si calcola l'Irpef

Come abbiamo visto l'Imposta sul reddito delle persone fisiche viene calcolata sulla base di un'aliquota percentuale applicata alla fascia di reddito imponibile a cui si appartiene, quindi parliamo di una tassa progressiva. È bene precisare che questo onere fiscale è dovuto anche per redditi prodotti all'estero. Nella tabella precedente parliamo di Irpef lordo in quanto al reddito complessivo si possono applicare tutta una serie di deduzioni indicate nell'articolo 11 TUIR (Testo Unico delle Imposte sul Reddito). Dal calcolo complessivo vanno detratti anche gli introiti che hanno subito una tassazione alla fonte a titolo di imposta. Se vi interessa la lista completa di tutte le detrazioni e delle spese deducibili che si possono sottrarre al reddito quando si calcola l'Irpef vi invitiamo a leggere la guida a questa tassa che vi abbiamo indicato precedentemente.

Deduzioni e detrazioni

Come abbiamo visto l'Imposta sul reddito delle persone fisiche viene calcolata sulla base di un'aliquota percentuale applicata alla fascia di reddito imponibile a cui si appartiene, quindi parliamo di una tassa progressiva. È bene precisare che questo onere fiscale è dovuto anche per redditi prodotti all'estero. Nella tabella precedente parliamo di Irpef lordo in quanto al reddito complessivo si possono applicare tutta una serie di deduzioni indicate nell'articolo 11 TUIR (Testo Unico delle Imposte sul Reddito). Dal calcolo complessivo vanno detratti anche gli introiti che hanno subito una tassazione alla fonte a titolo di imposta. Se vi interessa la lista completa di tutte le detrazioni e delle spese deducibili che si possono sottrarre al reddito quando si calcola l'Irpef vi invitiamo a leggere la guida a questa tassa che vi abbiamo indicato precedentemente.

Iva

Tra i vari adempimenti fiscali l'imposta sul valore aggiunto è certamente la più conosciuta. Viene attualmente adottata in sessantotto paesi al mondo.

Definizione e significato

Parliamo di un'imposta, a cui sono soggetti tutti i titolari di partita Iva, che viene applicata sulla cessione di beni e sulla prestazione di servizi. Se vogliamo possiamo considerare l'imposta sul valore aggiunto una vera e propria tassa sui consumi. In effetti infatti l'unico soggetto che paga veramente è il consumatore. L'azienza, il commerciante, il professionista e così via scaricano l'Iva sui loro clienti e quindi, per certi versi, dal loro punto di vista si tratta di una tassa a costo zero. Comunque, se volete approfondire il discorso, anche per quanto riguarda il metodo di calcolo e le modalità di pagamento: cos'è l'Iva e come funziona.

Le aliquote

In Italia l'Iva si applica mediante l'adozione di 4 diverse aliquote, una normale e le altre 3 agevolate, a seconda della natura dei beni e dei servizi.

  • 22%
  • Questo è il normale tasso percentuale.

  • 10%
  • In genere si applica il 10% ad alcuni prodotti alimentari, turistici e specifiche opere di recupero edilizio.

  • 5%
  • L'aliquota Iva agevolata del 5% viene riservata ai servizi di carattere sociale e sanitario.

  • 4%
  • Si applica a beni alimentari di prima necessità, prodotti e servizi di carattere culturale, abbattimento di barriere architettoniche, sementi e fertilizzanti.

Il ravvedimento operoso

Nel caso in cui non abbiate rispettato le scadenze per il pagamento dell'Iva (ma vale anche per tutti gli altri tributi), potete risparmiare sulle sanzioni previste grazie al nuovo ravvedimento operoso. Nell'articolo di approfondimento troverete le varie tipologie di ravvedimento possibili. Tutto dipende dal momento in cui vi accorgete dell'errore, chiamamolo così, ma anche da altri fattori. La sanzione minima si ottiene se si agisce entro 15 giorni dalla scadenza ordinaria e vale lo 0,1% per ogni giorno passato dal momento della scadenza.

Irap

Acronimo di Imposta regionale sulle attività produttive, l'Irap è stata introdotta dal Governo Prodi nel 1997 (il Ministro dell'Economia era Vincenzo Visco) ed ha sostituito tutta una serie di imposte, a partire dal contributo per il servizio sanitario nazionale che questa tassa finanzia attualmente al 30% circa. Il 90% del gettito realizzato con l'Irap viene attribuito alle Regioni proprio con l'obiettivo di sostenere la sanità pubblica.

Chi la paga

L'Irap è l'unica tassa a carico delle attività d'impresa applicata al fatturato e non all'utile di esercizio. Nella sostanza questa imposta colpisce il valore della produzione e non essendo legata all'utile generato risulta particolarmente pesante e in tanti casi controproducente, una vera e propria tassa ammazza imprese. Vediamo quali sono le caratteristiche principali di questo importante e pesante adempimento fiscale, a partire da aliquote e calcolo, rimandando all'articolo di approfondimento per chi fosse interessato a saperne di più: cos'è e come funziona l'Irap. Sono soggetti al pagamento di questa imposta tutti coloro che esercitano un'attività d'impresa, anche nel caso in cui non sia di natura commerciale. L'Irap la pagano aziende e liberi professionisti, così come gli Enti (anche pubbliche amministrazioni) e produttori agricoli. Va detto, riguardo al settore dell'agricoltura, che esistono delle esenzioni (nell'articolo di approfondimento ne parliamo in dettaglio).

Base imponibile

Nell'operazione di calcolo dell'Irap l'imponibile varia a seconda della natura del soggetto su cui viene applicata l'imposta. Vediamo come funziona a seconda della tipologia di appartenenza.

  • Impresa commerciale
  • Per il calcolo dell'Irap di un'impresa commerciale la base imponibile si determina attraverso il differenziale tra il valore e il costo della produzione. Gli elementi determinanti il valore della produzione vengono stabiliti nello schema di bilancio sulla base di quanto previsto dal Codice Civile vigente, mentre tra le voci relative ai costi di produzione non vanno inserite le spese per i salari dei dipendenti, gli interessi dovuti per canoni di leasing, se esistenti, i crediti maturati.

  • Impresa agricola
  • In questo caso il calcolo dell'Irpef su effettua sull'imponibile determinato dal differenziale tra l'ammontare dei corrispettivi e gli acquisti effettuati per sostenere l'attività produttiva. Va detto che nel settore agricolo si può scegliere di calcolare il valore dell'imponibile allo stesso modo di un'impresa commerciale. Inoltre, per gli agricoltori esenti da Iva si aggiunge anche l'esenzione dall'Irap.

  • Ente non commerciale o pubblico
  • La determinazione dell'imponibile si ottiene in questo caso sommando tutti i compensi dovuti per lavoro dipendente, compresi quelli di natura occasionale. Nel caso in cui l'Ente svolga un'attività di tipo commerciale, il valore dell'imponibile per il pagamento dell'Irap si ottiene allo stesso modo delle imprese commerciali.

  • Banche e assicurazioni
  • Gli istituti bancari, quelli assicurativi, le società di intermediazione immobiliare e le Sicav devono sottostare a delle norme particolari per la determinazione dell'imponibile. Approfondiremo questo argomento in un articolo successivo.

Aliquota

Una volta ottenuta la base imponibile, tecnicamente detta Valore della Produzione Netta, si applica un'aliquota del 3,90% (l'8,50% per le Amministrazioni pubbliche), ma con tutta una serie di variazioni e deduzioni introdotte nel corso del tempo al fine di venire incontro alle esigenze di aziende in difficoltà e delle microimprese. Va detto che ogni regione è tenuta ad elevare l'aliquota Irap dell'1% in caso di sfondamento della spesa sanitaria. Il discorso è comunque piuttosto complesso e differenziato e se ne volete sapere di più vi invitiamo a leggere l'articolo di approfondimento linkato precedentemente.

Ires

L'Imposta sul reddito delle società di capitali e sugli enti è stata istituita dal Governo Berlusconi, con Ministro delle Finanze Tremonti, nel 2003. Per approfondimenti su questo adempimento fiscale vi rimandiamo all'articolo su cos'è l'Ires e come si calcola.

Sostituisce l'Irpeg

In effetti l'Ires, pur essendo stata introdotta nel 2003, non è altro che un tributo che va a sostituire l'Imposta sul reddito delle persone giuridiche, l'Irpeg, a sua volta adottata con il Decreto del Presidente della Repubblica n° 917 del 1986. Fondamentalmente l'Ires fa parte di una generale e profonda riforma del diritto societario in generale messa in atto proprio da Tremonti nel 2003.

Chi la paga

Vediamo brevemente quali sono i soggetti tenuti al pagamento dell'Imposta sul reddito delle società.

  • Enti e società di capitali che svolgono attività commerciale e risultano residenti sul territorio nazionale.
  • Lo stesso di sopra anche nel caso in cui non ci sia la residenza in Italia ma una parte almeno dell'attività commerciale è svolta nel nostro paese.
  • Enti pubblici e privati di natura non commerciale ma residenti sul territorio italiano.

Come vediamo l'Ires, sulla linea di quanto stabilito dall'articolo 73 del Testo unico delle imposte sui redditi, prevede due criteri per l'individuazione dei soggetti tenuti a sottostare a questo adempimento fiscale: la residenza su territorio nazionale e l'oggetto dell'attività.

Fattura e ricevuta fiscale

Quando un titolare di partita Iva cede un bene o eroga un servizio è tenuto ad emettere un documento fiscale che prende il nome di fattura. Naturalmente lo Stato italiano, grande appassionato di burocrazia, non si è esentato dal rendere anche questo adempimento fiscale spesso tortuoso e complesso, tanto che abbiamo realizzato una pagina di approfondimento su come si fa una fattura. Vediamo comunque una sintesi di come si calcola questo documento fiscale, che cos'è una fattura e quali sono gli elementi obbligatori da inserire.

Cos'è, chi deve emettere la fattura, esenzioni

Come abbiamo detto la fattura è un adempimento fiscale obbligatorio che certifica il diritto a riscuotere il prezzo della cessione di un bene o dell'erogazione di un servizio. I soggetti titolari di Partita Iva sono tenuti ad emettere questo documento, anche se il legislatore ha previsto una serie di categorie che godono di esenzione dall'obbligo di emettere fattura. Vediamo la lista di coloro che sono esentati.

  • Agricoltori relativamente a beni di propria produzione
  • Somministratori al pubblico di alimenti e bevande
  • Commercianti al dettaglio
  • Albergatori
  • Transito autostradale
  • Autotrasportatori di persone
  • Erogatori di servizi in forma ambulante e presso l'abitazione del cliente

Elementi obbligatori

A seconda del tipo di attività che si svolge è necessario inserire alcuni elementi all'interno della fattura che comunque presenta alcune voci che vanno obbligatoriamente inserite. Questo documento va realizzato in due copie: la prima si consegna o si spedisce al cliente, mentre la seconda si conserva, per un periodo che non può essere inferiore ai 10 anni, nell'eventualità di essere soggetti a dei controlli fiscali. Vediamo brevemente la lista degli elementi obbligatori da inserire in fattura rimandandovi all'articolo di approfondimento linkato precedentemente per spiegazioni più dettagliate.

  • Data di emissione e numero progressivo
  • Dati dell'emittente (il titolare di Partita Iva)
  • Dati del cliente (nominativo o ragione sociale e indirizzo)
  • Modalità di pagamento
  • Estremi del documento di trasporto
  • Tipo e quantità dei beni ceduti o del servizio erogato
  • Prezzo unitario e valore complessivo
  • Aliquota applicata e ammontare dell'Iva
  • Totale della fattura

Ricevuta fiscale

Naturalmente, chi viene esentato dall'emissione della fattura deve comunque rilasciare un documento attestante la cessione di un bene o l'erogazione di un servizio. Le categorie di cui sopra sono quindi comunque tenute ad un adempimento fiscale, che in genere è costituito dallo scontrino o dalla ricevuta. Anche quest'ultima deve essere emessa in duplice copia e deve naturalmente rispettare un rigido ordine costituito da una numerazione progressiva. Va inserita la data di emissione del documento e la ragione sociale della propria attività, compresa ovviamente la partita Iva. È obbligatoria l'indicazione della sede legale o del domicilio fiscale e l'indirizzo presso cui sono conservate le ricevute fiscali. Nel documento vanno inseriti natura e quantità dei beni ceduti o dei servizi erogati e l'ammontare del corrispettivo comprensivo di Iva. A differenza della fattura, la ricevuta fiscale non contiene i dati identificativi del pagatore. Nel caso di prestazione occasionale va calcolata la ritenuta d'acconto del 20%. Chi vuole saperne di più su questo importante e comunissimo adempimento fiscale può cliccare sul link di approfondimento.

Contabilità

Oltre agli adempimenti fiscali visti in precedenza il titolare di partita Iva è tenuto a tenere le cosiddette scritture contabili, nella sostanza l'elenco cronologico di tutti gli elementi amministrativi dell'attività.

Le imprese in regime di contabilità semplificata

Nel caso di piccole imprese o di ditte individuali si può accedere al regime di contabilità semplificata per cassa, che gode di alcuni importanti e significativi vantaggi contabili. Nell'articolo di approfondimento trattiamo l'argomento, regime semplificato si ma con alcune criticità che vanno ben capite, in modo analitico. Oltre ai possibili beneficiari, quindi chi può accedere al regime di contabilità semplificata a seconda del fatturato realizzato, spieghiamo anche quali sono le novità introdotte a partire dallo scorso anno, come funziona, come si determina il reddito e naturalmente quali sono le regole per la tenuta dei registri e l'elenco dei soggetti esclusi.

Il regime forfettario agevolato

Ricordiamo che chi ha la possibilità di accedere al regime forfettario agevolato può godere di notevoli semplificazioni nella tenuta della contabilità, oltre naturalmente anche ad un importante risparmio sulle tasse da pagare, ancora di più nel caso di una startup. Naturalmente sono necessarie alcune caratteristiche ben precise per accedere a questo significativo sistema fiscale agevolato. Per approfondimenti su quali sono gli adempimenti fiscali e contabili forfettari vi invitiamo a leggere l'articolo di approfondimento linkato.

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